Toti Librizzi
Di lui hanno scritto che era affabile, riservato e soprattutto attento alle necessità dei suoi ospiti che spesso sfogavano con lui le loro pene, incerteze e speranze.
Oggi ha 70 anni e nel 2000 ha realizzato un museo ove sono esposti disegni, schizzi, foto con dediche, ecc., che si è fatto rilasciare dai personaggi che hanno soggiornato all’hotel nel corso della sua lunga attività di barman.
Di lui hanno scritto che era affabile, riservato e soprattutto attento alle necessità dei suoi ospiti che spesso sfogavano con lui le loro pene, incerteze e speranze.
Oggi ha 70 anni e nel 2000 ha realizzato un museo ove sono esposti disegni, schizzi, foto con dediche, ecc., che si è fatto rilasciare dai personaggi che hanno soggiornato all’hotel nel corso della sua lunga attività di barman.
Ha cominciato come musicista sulle navi da crociera. Poi, ha messo su famiglia e fu costretto a stabilirsi a Palermo. Dopo avere lavorato in altri alberghi, anche palermitani, appena ventitreenne è approdato alle Palme. All’inizio voleva andare via lontano da quell'ambiente al quale non era avvezzo. Era pieno di conti, principi e di una certa nobiltà che non gli piaceva tanto. Poi si è abituato e vi è rimasto per trentacinque lunghi anni.
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L’hotel
era un punto di riferimento per tutti i più grandi personaggi dello spettacolo,
della politica, degli affari, e non solo, che venivano in Sicilia: da Carla
Fracci ad Andreotti, da Patty Pravo a Guttuso. Fu proprio Renato Guttuso a
regalargli un suo disegno. Negli anni a venire, ciò divenne una consuetudine
nota a livello internazionale, tanto che oggi Toti possiede un'immensa
collezione che conta circa quattromila pezzi.
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Negli
anni, Toti col suo instancabile lavoro e con l'aiuto di sua moglie "Lise" ha pensato di costruire una casetta da utilizzare nelle sue
brevi vacanze estive ma, soprattutto sperava di passarci la vecchiaia al suo
paese natio, perciò conferì l’incarico al suo amico Arch. Francesco Muscolino
di Messina che approntò più di un progetto nell'intento di ricavare una
soluzione compatibile con il livello tecnologico dei cantieri edili del paese
di Mirto.
Il progetto della casetta fu ispirato quanto più possibile al paesaggio di Mirto e, nello stesso tempo, nel rispetto della morfologia del terreno naturale.
Fu studiato in tutti i minimi particolari per darle un aspetto gradevole. Nel 1978 iniziarono i lavori. Per la sua costruzione fu utilizzata mano d'opera del luogo e Toti e la sua famiglia ne furono talmente innamorati che l'arricchirono secondo i loro gusti raffinati.
Fu studiato in tutti i minimi particolari per darle un aspetto gradevole. Nel 1978 iniziarono i lavori. Per la sua costruzione fu utilizzata mano d'opera del luogo e Toti e la sua famiglia ne furono talmente innamorati che l'arricchirono secondo i loro gusti raffinati.
Più
tardi Toti ebbe l'idea di mettere a disposizione la sua casa e l'ha trasformato
in museo nel quale, a rotazione, tutt'oggi, espone circa quattrocento pezzi alla volta.
Costituiscono un "angolo della memoria", così come lo ha definito Vincenzo Consolo (1933-2012) ex Presidente onorario dell'Associazione culturale "La casa di Colapesce", al quale il museo è dedicato, creata allo scopo di curare le attività del piccolo ma originale museo, forse unico al mondo del suo genere.
Costituiscono un "angolo della memoria", così come lo ha definito Vincenzo Consolo (1933-2012) ex Presidente onorario dell'Associazione culturale "La casa di Colapesce", al quale il museo è dedicato, creata allo scopo di curare le attività del piccolo ma originale museo, forse unico al mondo del suo genere.
Una
parte di questi disegni è stata pubblicata nel libro “Grand Hotel et des Palmes
- Storia e Mistero”. Toti racconta sui personaggi delle Palme varie storie e
aneddoti. Le copie sono in numero limitato: ce ne sono soltanto 120. La
copertina è in cuoio con l’effigie e la firma di Wagner, che terminò di
comporre il Parsifal proprio alle Palme.
Le
pagine sono in carta di "Puro Cotone Linters", che non produce microrganismi in
modo da durare nei secoli, creata secondo le antiche tecniche arabo-normanne
dal maestro cartaio Franco Conti. Toti stesso trovò la formula
giusta, per evitare che l’inchiostro si espandesse durante la stampa.
Impreziosito da un annullo postale, realizzato per questo evento con un francobollo di grande rarità, è custodito in un cofanetto in radica di ulivo realizzato a mano. Oggi una copia del libro è conservata anche nella biblioteca del Vaticano e nel 2006 ne è stata donata una al Papa Benedetto XVI. Altre copie sono conservate nella Biblioteca di Alessandria d’Egitto, nella Biblioteca Nazionale “A. Bombace” di Palermo, nella Biblioteca della Provincia Regionale e nella Biblioteca di via del Senato a Milano.
Impreziosito da un annullo postale, realizzato per questo evento con un francobollo di grande rarità, è custodito in un cofanetto in radica di ulivo realizzato a mano. Oggi una copia del libro è conservata anche nella biblioteca del Vaticano e nel 2006 ne è stata donata una al Papa Benedetto XVI. Altre copie sono conservate nella Biblioteca di Alessandria d’Egitto, nella Biblioteca Nazionale “A. Bombace” di Palermo, nella Biblioteca della Provincia Regionale e nella Biblioteca di via del Senato a Milano.
Ma la
chicca del Giardino di Colapesce è la statua di Colapesce realizzata da un
altro amico di Toti, il famoso artista palermitano Franco Montemaggiore. La statua è realizzata in un
unico blocco di marmo onice di 6 tonnellate prelevata dalle cave di Giuseppe
Lanuto di Mirto e posta su un piedistallo in pietra lavica di 9 tonnellate
fatta pervenire dall'Etna.
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